Prosegue il nostro racconto dei 90 anni di storia del calcio materano con un altro protagonista, un ragazzo che ha lasciato nel cuore degli sportivi biancoazzurri uno splendido ricordo per l’impegno e l’attaccamento ai colori che ha sempre dimostrato: Pasquale Naglieri. Tre stagioni con la maglia del Matera, prima di passare nei professionisti con Melfi, Casale e Fondi, prima di tornare nel suo paese natale: Trebisacce.
Ciao Pasquale, sei arrivato giovanissimo a Matera nella stagione 2006/2007 in quello che ancora oggi viene ricordato dagli sportivi materani come “Il Matera dei giovani di mister Raimondi”, una squadra che seppe (soprattutto nel girone di andata) conquistare risultati di tutto rispetto contro le big del girone (ricordiamo Brindisi, Aversa Normanna e Barletta). Come sei arrivato a Matera e come è stata la tua prima stagione con la maglia biancoazzurra?
Sono arrivato a Matera dopo aver fatto un provino per la juniores a Ginosa Marina. Mi portò mister Fioriello, anche lui di Trebisacce, che aveva già allenato il Matera. Al provino mi vide Giacinto Losignore (ex presidente del Matera), firmai ed iniziai il ritiro con mister Raimondi. In quella stagione gli under erano i classe ’86, ’87 e ’88, il mister mi fece giocare nonostante io sia un classe ’89. Ricordo che fu una stagione bellissima, giocavamo un bel calcio ed eravamo tutti giovani.
Hai qualche ricordo in particolare dei risultati positivi ottenuti contro le squadre più forti?
Ricordo che contro le corazzate era difficile batterci perché eravamo un gruppo affiatato e ben organizzato.
La squadra alla fine, pur essendo composta da molti giovani e con scarse risorse economiche, riuscì a salvarsi senza passare dalla lotteria dei playout (grazie alla vittoria all’ultima giornata contro la Viribus Unitis). Era un Matera imbottito di giovani, abbiamo detto, molti dei quali materani (Marsico, Cappiello, Tritto ed i fratelli Grassani) con cui hai avuto a che fare anche negli anni successivi. La loro presenza in squadra ha avuto un ruolo determinante secondo te per il raggiungimento dell’obiettivo? Sei rimasto in contatto con qualcuno di loro?
Si, eravamo tutti giovani e, ripeto, molto affiatati. Con tutti i materani che hanno giocato in quella squadra ho un legame forte e anche se non ci sentiamo spesso quando lo facciamo c’è sempre entusiasmo. Questo perché abbiamo davvero vissuto momenti fantastici sia dentò il campo che fuori dal campo.
La stagione successiva 2007/2008 fu molto tribolata, la squadra riuscì a salvarsi ai playout grazie alla alla doppia vittoria contro il Quarto e con l’apporto determinante dell’argentino Principiano (acquistato nella parte finale del campionato). Che ricordi hai di questo campionato?
Ricordo benissimo quell’anno con i playout a Quarto. Una stagione molto tribolata ma alla fine, con tanto sacrificio, abbiamo portato l’obiettivo a termine, nonostante i tanti problemi che ci affliggevano.
Infine l’ultimo campionato disputato con la nostra maglia, il 2008/2009, in cui sei riuscito anche a realizzare due gol. Una stagione partita con aspettative altissime, vista la rosa a disposizione di mister Corino, ma poi terminata con un 7° posto. Cosa andò storto secondo te e quali sono comunque i ricordi positivi che questo campionato ti ha lasciato?
Quell’anno, dopo due anni di serie D, mi volevano tantissime squadre. Ho rifiutato un triennale alla Salernitana perché voleva farmi giocare nella primavera. Io ho preferito la serie D perché mi sentivo un materano, ormai Matera per me era già la serie A.
I tifosi del Matera hanno sempre apprezzato in te la grinta e l’impegno che hai dimostrato con la nostra maglia. Tu che rapporto hai con i tifosi biancoazzurri? Hai mantenuto amicizie nella nostra città? Ci sono aneddoti simpatici legati ai tifosi che vuoi raccontarci?
Avevo un legame con la città e con i tifosi che reputo amici, mi sentivo a casa e capitava che il fine settimana non tornavo in Calabria ma restavo in città per godermi tutto. Mi sentivo uno di loro anche perché quando scendevo in campo sudavo sempre la maglia. Mi sentivo un tifoso che aveva la fortuna di scendere in campo e per me rispettare e onorare la maglia è un obbligo per ogni calciatore. In quel caso oltre ad un obbligo era diventato un piacere ed era naturale per me farlo.
Per quanto riguarda invece le persone in generale (giocatori, staff, dirigenti e giornalisti) che hai conosciuto negli anni vissuti a Matera, vuoi ricordare qualcuno in particolare?
Ricordo un’amicizia forte con il massaggiatore Pasquale Smaldone, per me era un padre infatti avevamo nel suo ufficio una foto insieme. Ma ti ripeto, con molti materani fuori dal campo ho stretto un’amicizia fantastica. Quando sono andato via da Matera la domenica, dopo le mie partite, andavo sempre a controllare il risultato della squadra e lo faccio ancora oggi. Spero un giorno di poter andare in Gradinata con la sciarpa che conservo con cura e cantare insieme ai tanti amici che ho in città.
Il 5 settembre il calcio materano compie 90 anni. Un traguardo importante per una piazza che tra delusioni (molte) e gioie (poche) è sempre rimasta legata ai colori e alla maglia. Vuoi mandare un messaggio ai tifosi?
Mi rivolgo a tutti i tifosi che, nonostante anni bui, sono stati comunque sempre al suo fianco (permettimi di menzionare Tommaso Taccardi, grande persona e grande tifoso, con cui mi sono sentito spesso e con cui ho condiviso tanto). Il mio augurio è che la squadra possa tornare presto dove merita. Quest’anno mister Ciullo, che ho avuto la fortuna di avere e che reputo un grande allenatore, sono sicuro che farà bene. Io sarò un tifoso fuori sede che sarà sempre con il cuore vicino a tutta Matera. Un saluto affettuoso a tutti.
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