Una notte lunga quarant’anni

Era il primo marzo 1984 quando Stefano Furlan, tifoso della Triestina, morì dopo tre settimane di coma a seguito di un pestaggio subito da alcuni poliziotti dopo la partita di Coppa Italia giocata tra Triestina e Udinese.

A distanza di oltre quattro decenni, il ricordo di Stefano viene portato in giro per lo stivale dall’Associazione Stefano Furlan, ieri 28 febbraio qui a Matera è stato presentato il libro “Una notte lunga quarant’anni”. L’evento, organizzato dalla Curva Sud Matera, si è svolto presso il cinema “Il Piccolo” ed è stato condotto da Antonio Mutasci e da Lorenzo, giovane triestino che ha raccontato la storia di Stefano, particolarmente commovente è stato il riferimento a Renata Furlan, mamma del giovane tifoso scomparso ad appena 20 anni.

Renata si è trovata da sola a combattere contro le istituzioni in un periodo in cui le comunicazioni non erano immediate come oggi e le notizie erano facili da filtrare. Una mamma che ha ricevuto minacce telefoniche e davanti alla tomba del figlio a pochi giorni dal processo contro il poliziotto imputato, è chiaro che fossero intimidazioni volte a ritirare la denuncia. Una mamma che è andata a vivere in una cittadina a cinquanta chilometri da Trieste e che ogni primo marzo si recava al cimitero del capoluogo giuliano con i mezzi pubblici, quasi a simboleggiare le trasferte che il figlio non ha potuto fare, attorniata dall’affetto dei tifosi alabardati che portano avanti il ricordo di Stefano.

La sala era gremita da tanti tifosi e curiosi biancoazzurri ed era anche presente una delegazione di Foggia e nell’occasione sono stati ricordati anche i quattro ragazzi pugliesi scomparsi a seguito di un incidente stradale.

Ieri è stata una serata di unione e riflessione per noi tifosi che come Stefano sosteniamo la nostra squadra del cuore.

foto di Federico Longo

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