La Voce del tifoso per Matera – Angri: Pino Casamassima

Per l’ esordio casalingo in campionato della rubrica “la voce del tifoso” oggi facciamo una chiacchierata con Pino Casamassima, grande tifoso e appassionato del FC Matera che ormai da oltre quarant’anni segue le sorti del Bue. Pino ci ha regalato un’intervista nostalgica e caratterizzata da aneddoti legati anche al suo passato. Ringraziamo Pino per la sua disponibilità e per la particolarità delle risposte.

Allora, Pino, cominciamo questa chiacchierata…

Quando è nata la passione per il FC Matera?

La passione credo sia iniziata intorno al 1965, anno del ritorno in serie D. Il nome del primo presidente che ricordo è stato Zaccagnini, subito dopo, il presidente del F.B.C. Matera per 22 anni, Franco Salerno, che porterà la società biancazzurra negli anni settanta ai suoi massimi livelli di sempre. A quell’epoca, i quartieri rionali erano le attuali scuole di calcio, noi giocavamo di domenica in un campetto nell’attuale via Nicola Sole, adiacente allo stadio XXI Settembre, per poi andare a sfidare le altre squadre di quartieri periferici nei vari rioni. Gli indumenti sportivi non esistevano, ognuno indossava il meglio che riusciva a procurasi. I palloni erano di gomma. Quando qualcuno riusciva a procurarsi un pallone di cuoio era festa. Era durissimo, con dentro la camera d’aria e la cucitura laterale. Le magliette in uso, di chi se lo poteva permettere, erano quelle delle squadre più blasonate di sempre, Inter, Juve o Milan. Spesso si scavalcava il muro di cinta dello stadio nelle ore serali, quando il Matera finiva gli allenamenti per provare l’ebbrezza di giocare sull’erba e venivamo rincorsi e cacciati dall’allora custode dello stadio Giuseppino. A mano a mano che il calcio si è fatto industria, è andata persa la bellezza che nasce dall’allegria di giocare. Nel frattempo, per la maggior parte di quei ragazzi di quartiere, il sogno di giocare sul terreno del XXI Settembre diventò realtà perché reclutati nelle squadre giovanili dell’ F.B.C. Matera, impegnati nei tornei provinciali con squadre di allievi e Juniores, tra cui la gloriosa Rigamonti, dove ho personalmente militato. Era il cosiddetto vivaio della prima squadra che ha lanciato molti materani nel mondo del calcio che conta. Nel frattempo, il presidente Salerno ci portò in serie D e la domenica cercavamo di “imbarcarci” allo stadio per vedere il Matera, magari facendoci accompagnare dagli adulti che pagavano il biglietto, perché all’epoca non esisteva la paghetta dei genitori. Successivamente, ognuno di noi, ritirava dalla sede sociale del club, il tesserino di color rosa, di giovane calciatore per l’ingresso gratuito allo stadio.
Il Matera vinse nel 1967/68 il campionato davanti al Savoia e raggiunse per la prima volta la Serie C. Fu quello il campionato più bello che mi è rimasto impresso, con i nomi di tutti i giocatori dell’epoca. Ricordo a malapena una filastrocca di quella squadra: “Il Matera era uno squadrone, il più forte del girone, l’avversario faceva tremar con la guida di Salar, con Buccione e Carella faceva venir la tremarella, con i gol di quel Busi, si vinceva ad occhi chiusi…….ecc. ecc.. Nel 1978 avvenne la ristrutturazione della serie C ed il Matera fu ammesso alla neonata Serie C1.

Qual è il ricordo più bello legato al FC Matera?

Naturalmente per quelli della mia età, il ricordo più bello è stato il Matera che vinse il campionato di serie C e andò in B. Nessuno se lo aspettava. Il presidente Salerno, grande intenditore di calcio, aveva ottimi rapporti con l’allora presidente del Bari, De Palo che prestava al Matera, i giocatori che lui riteneva doversi fare le ossa in serie C. Ottime, anche le relazioni con il Lecce e attraverso questi scambi, venne fuori uno squadrone che oltre a sorprendere tutto il paese, il grande Gianni Mura cantore dello sport in genere, ebbe a commentare la promozione del Matera in B, dicendo: “Dove non arrivano i treni è arrivata la serie B” . Quella promozione fece sognare Matera e provincia. Un riscatto di una città conosciuta da tutti come la “vergogna nazionale” per le condizioni di vita che si svolgeva nei Sassi.

Chi è il giocatore che ti è rimasto più impresso da quando segui il Matera?

Non c’è solo un giocatore. Come portieri, su tutti sicuramente Casiraghi, come terzini, Rosa, Nicola Loprieno, Mayer, centrocampisti, il compianto Diego Giannattasio e il grande Morello, Luciano Aprile, credo il miglior regista che il Matera abbia mai avuto in tutta sua storia calcistica. Fu uno dei principali protagonisti della promozione in serie B. Come attaccanti, il più forte, il mio amico Aldo Busilacchi, poi, Picat Re, Boccolini, Raffaele capo cannoniere della serie C dell’anno della promozione in B.
Negli ultimi dieci anni, mi sono divertito parecchio. Il Matera era temuto da tutti in casa e fuori casa, anche da società calcistiche blasonate come Lecce, Foggia, Catanzaro, Reggina, Catania, Taranto, Juve Stabia, Casertana, Cosenza, Benevento. I giocatori che mi sono rimasti più impressi di quel periodo sono: Di Lorenzo, Iannini, De Rose, Armellino, Negro, Letizia, De Franco, Carretta.

Quale obiettivo pensi che possiamo raggiungere quest’anno?

ll calcio per me è stato sempre il volano, il mezzo, per potersi riscattare in altri ambiti sociali. Il calcio è arte, religione e bellezza. E’ il linguaggio comune, il modo per riconoscersi e ritrovarsi. Il calcio è figlio del popolo che azzera l’appartenenza ai partiti politici e livella le classi sociali. Sono un sognatore, i sogni aiutano a vivere. Ritengo che l’attuale presidente Petraglia, ha tutte le carte in regola per far parlare nuovamente di Matera in ambito calcistico. Probabilmente ha la stessa passione per il calcio che aveva il compianto presidente Franco Salerno. E’ una persona stimabile e moralmente corretta, non cede facilmente alle lusinghe di alcuni potenti, probabilmente per paura di trasformare l’FC Matera in strumento di successo personale o altro e non come salvaguardia di un bene comune di tutta la città. Se si riesce a curare questi aspetti, il calcio a Matera potrà avere quella continuità che è mancata in 90 anni di storia, uccidendo sul nascere ogni entusiasmo soprattutto tra le giovani generazioni ed eventuali futuri investitori. Insomma piena fiducia a questa programmazione e a questo modo di intendere lo sport. Credo che con qualche altro ritocco in attacco, questa squadra potrà dare più soddisfazioni dello scorso anno.

Domenica sfidiamo l’Angri cosa pensi che bisogna migliorare rispetto alla sfida con il Fasano?

La partita con il Fasano non l’ho vista ma mi è stato raccontato che il pareggio sia stato ampiamente meritato e forse con un po’ più di precisione si poteva tornare anche con una vittoria. L’Angri mi fa ritornare bambino, quando giocavamo in D, era una delle squadre campane più ostiche. Dopo la sconfitta interna con il Bitonto, vorrà sicuramente guadagnare punti a Matera. Sarà una partita aperta ad ogni risultato. Siamo solo all’inizio di campionato e i valori di ogni squadra devono ancora venir fuori. Sono felicissimo per l’arrivo del centrale Cipolletta, spero possa arrivare anche in attacco qualche rinforzo per avere una panchina più lunga. Massima fiducia nel DS Figliomeni e al presidente Petraglia.

Ti va di mandare un augurio per questi 90 anni di storia?

Voglio augurare a tutta la città di Matera di tornare il più presto possibile in serie C. Categoria che gli spetterebbe di diritto. Mi auguro anche che gli amministratori e la classe dirigente materana, fosse coinvolta maggiormente nelle problematiche dello sport cittadino. Sarebbe dunque una buona Capitale Europea della Cultura, quella che riesce, nella gestione dei fondi, a contemperare l’impegno economico infrastrutturale e quello promozionale delle attività sportive cittadine. Spero che nella tanto enunciata narrazione della riqualificazione del quartiere Piccianello, sia garantita la sostenibilità del progetto Stadio/Parco XXI Settembre, compresa l’area ex Barilla, per poter trarre quanti più benefici possibili in termini di fruizione di spazi (prevalentemente culturali), con potenziamento dei servizi e dell’offerta culturale a beneficio dei residenti e rafforzamento dell’orgoglio di essere parte di una comunità. La squadra di calcio rappresenta tutti ed è una occasione unica per qualunque territorio specie come quello materano a trazione turistica, chiamato ad affrontare una sfida impegnativa nel futuro della città. Il mio augurio per questi 90 anni di storia, quindi, è che Matera raggiunga al più presto i migliori traguardi in ambito calcistico e per poterlo fare è necessario del coinvolgimento della politica e di tutto il settore economico locale. Gli investimenti per eventi sportivi e non solo, possono avere ritorni di immagine incredibili e di rigenerazione del contesto urbano, raggiungibili solo se si mettono in comunicazione i vari settori produttivi del territorio e se si fa della condivisione il metodo principale di lavoro.
FORZA MATERA!

Grazie Pino! Buon campionato e forza vecchio cuore bianco azzurro.

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