La rubrica “La Voce del Tifoso”, in vista dell’ultimo turno del girone di andata, vede come protagonista Damiano.
Ciao Damiano, com’è nata la passione per il bue?
La passione è di famiglia,nata da mio nonno, fedelissimo della laterale, poi tramandata come si suol dire, di padre in figlio. Allo stadio la domenica già da quando avevo 7/ 8 anni mi ci portava spesso mio cugino Damiano Tralli (altro malato di Matera): pranzo da zia Rosa e via!
Qual è il ricordo più bello che hai di questi anni insieme al bue?
Ricordi più belli ce ne sarebbero, ma quello che mi viene subito in mente è la vittoria a Salerno al 92′ con il gol in tuffo di Diop! Quella trasferta l’ho fatta con le stampelle (mi infortunati a Cosenza, prendendo una storta) ed ho fatto di tutto pur di esserci.
Invece quello più brutto?
Sicuramente il ricordo più brutto è il pareggio con il Como in casa che ha spento definitivamente i sogni della serie B.
C’è una figura in particolare, come ad esempio allenatori o giocatori, a cui sei particolarmente legato?
Giocatori e figure societarie mi interessano relativamente, con tutta sincerità. Però ricordo che da piccolo dopo le partite, tornavamo a casa a giocare nel rione e ci attribuivamo i nomi dei giocatori: Tatti, Falaguerra (tutti giocatori del passato). Ma non è un vero e proprio attaccamento, più che altro un aneddoto che mi rimanda al passato e mi fa ricordare questi giocatori.
Cosa ne pensi di questa stagione e del futuro dell’FC Matera?
La stagione in corso sta andando bene, siamo da playoff, ma per vincere secondo me manca ancora qualcosa: l’allenatore ad esempio è un po’ troppo rigido con le sue idee, ci vorrebbe più elasticità nel leggere meglio le partite. Per il futuro è inutile sognare chissà quanto, troppe volte abbiamo fatto voli pindarici e poi siamo rimasti delusi anche perché se chiunque arriva dopo un po’ lascia, avrà anche i suoi buoni motivi.
Ci vorrebbe continuità magari partendo dalle basi e creando una società modello, prima strutturandosi in modo efficace e successivamente ambendo a palcoscenici più importanti (non è necessario pensare di fare la serie A, ma una C degna e poi con il lavoro e la giusta programmazione tentare il salto). Attualmente, nonostante gli sforzi, c’è un approccio troppo approssimativo. Spero che chiunque decida di investire nel Matera lo faccia creando delle solide basi, che possano permetterci di sfornare talenti nostrani e di avere una buona prospettiva futura, al fine di portare in alto il nome di Matera.
Ciao Damiano, grazie mille per tempo che ci hai dedicato e forza Matera!
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