L’urlo del Caimano: Matera – Rende verso Virtus Francavilla – Matera

Ormai ci immaginiamo Don Tano, seduto, solitario, sulla panchina, mentre fuma la sua solita sigaretta pensando su ciò che sarà da qui sino alla fine del campionato. Nella sua solitudine, Don Tano si ritrova a riguardare la classifica ad ogni calar del giorno, perchè le sottrazioni ed il segno meno sono la proprietà aritmetica che sta falcidiando il lavoro fatto sul campo, mentre il destino sportivo è desolatamente solo nelle mani di Lega ed avvocati.
Nella sua solitudine, Don Tano rivive i tempi gloriosi che furono, i successi sfumati ed un presente farraginoso tutto made in Matera, perchè fatti e misfatti sono solo la logica naturale del denaro che manca ad una società ormai alla deriva anche d’immagine.
Nella sua solitudine, Don Tano probabilmente invoca avi antichi, sfere celesti ed esseri soprannaturali per trovare la quintessenza del disastro che si sta palesando ogni santa giornata del calendario gregoriano.
Il nostro destino, al contempo, da umili tifosi e narratori, è lo stesso di Don Tano: usciamo dallo stadio facendo calcoli inutili, guardando alle dirette rivali per puro hobby domenicale, tanto in settimana, ciò che abbiamo visto e supposto la domenica, sarà puntualmente sbugiardato da un ennesimo segno meno.
Vorremmo spezzare con tutte le nostre forze l’isolamento di Don Tano, vorremmo che Matera non sia per lui quell’Isola di Sant’Elena che fu per Napoleone Bonaparte, vorremmo portargli consigli strategici per aiutare moralmente lui ed i suoi ragazzi.
Ma alla fine, riteniamo che tutto possa esser vano: Waterloo è vicina, è solo una questione di giorni, settimane, forse qualche mesetto.
La solitudine di Don Tano è tutta nel suo isolamento tecnico: parla sempre meno, appare ancor meno, sempre fugace per i pochi che gli chiedono chiarimenti, concentrato solo a svolgere il suo lavoro per puri obblighi aziendali, contando i giorni fiscali per salutare la truppa.
Nei suoi occhi non c’è più la fiammella della pazzia geniale, non c’è più la magia del lato irrazionale del suo intuito, gli è rimasto solo il crudo realismo di una situazione paranoide.
Sedici (16) lunghi mesi dal Poltergeist di gennaio 2017, dove tutto è mutato, tutto si è frantumato.
L’ultima gara è stata la rappresentazione teatrale di tutta questa tristezza leopardiana: primo tiro in porta all’81esimo minuto, squadra incapace di entrare in area avversaria, il valore aggiunto (Urso) in panca, i dissidenti rimasti tagliati fuori a godersi la disfatta, gli infortunati, sempre in buon numero, ad alimentare i rimpianti, le delusioni (De Falco) cristallizzate nella loro gongolante mediocrità. Stop. Finito, Matera 0 Rende 1.
Non aggiungiamo altro, se non il nostro dispiacere per aver avuto sempre la convinzione di crederci nonostante tutto.
Cogliamo l’occasione, infine, per ringraziare anticipatamente chi onorerà sino alla fine, la gloriosa maglia che indossa e ricordando che, senza travalicare le leggi morali che si inerpicano ambigue tra sacro e profano, quella umile maglia per moltissimi è la FEDE.

“Desilusão, desilusão
danço eu, dança você
na dança da solidão
Viu!
Desilusão, desilusão
danço eu, dança você
na dança da solidão”

“Disillusione, disillusione
ballo io, balli tu
nella danza della solitudine
hai visto!
Disillusione, disillusione
ballo io, balli tu
nella danza della solitudine”

Good luck Matera and see you soon

 

 

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