La vittoria contro il Catania e la successiva penalizzazione monstre di ulteriori di 10 punti, sono diventati, ufficialmente, il point break del lungo cammino di Don Tano nella storia biancoazzurra.
Il punto di rottura, il point break appunto, tra un sogno tutto sportivo e le rigide regole della vita, con queste ultime, spesso, a rappresentare il fondale sabbioso e la corrente contraria dove si rompe l’onda ed il surfista smette di cavalcarla.
Don Tano nei suoi tre anni a Matera è stato il cercatore dell’onda perfetta, l’ha quasi trovata tre anni fa sulla spiaggia di Bells Beach (poco australiana, ma molto più lariana in verità, sigh!), ma il point break, alla fine, gli ha presentato il conto, concedendogli di cavalcare l’ultima onda che non lo porterà più indietro.
Perchè Don Tano è Bodhi Sattva, l’uomo che ha il compito di trovare l’illuminazione per sè e per tutti gli essere senzienti.
I suoi uomini, meteore qualsiasi, sono stati trascinati ai confini e poi oltre, diventando a loro volta bodhi sattva (è il caso, quest’anno, di Golubovic, Di Livio, Sernicola, Buschiazzo, Maimone).
Ha governato lo spogliatoio come Patrick Swayze comandava la sua banda di “ex presidenti” rapinatori, seguendo la pirma regola di Bodhi Sattva: “”Il terrore provoca esitazione, e l’ esitazione causa lo sprigionamento delle tue peggiori paure; è molto semplice, si mostra la forza per evitare il conflitto”.
E ci è riuscito benissimo, la “banda” quest’anno ha collezionato il quarto posto sul campo, subendo, per un tragico gioco del destino, un furto di punti in Tribunale (19, quasi record nazionale).
Già, è stato proprio così. “Se vuoi il massimo, devi essere pronto a pagare il massimo” profetizzava Bodhi e Don Tano ha esattamente messo a terra questo principio. Ha pagato il massimo, pur avendo dato il massimo senza cash societario, senza alcuni uomini miscredenti, alcuni di rilievo, che non si sono votati ai suoi principi buddisti, spesso ritrovandosi addirittura a mettere la vaselina sulla tavola da surf di chi non ci credeva più.
Don Tano, il cercatore, non smetterà mai di cercare l’onda perfetta altrove, lui crede ciecamente che la “Tempesta del cinquantennio” non sia una leggenda, ma l’occasione per surfare l’onda più grande mai cavalcata.
E lo farà nel suo stile, dominando la legge senza esserne servitore.
Ci mancherai Don Tano, tu sei stato il nostro Bodhi Sattva, hai dimostrato attraverso la tua opera (o meglio, il tuo dogma, l’auterismo), che “lo spirito dell’uomo è ancora vivo”.
Abbiamo cercato con te l’Illuminazione, l’abbiamo quasi raggiunta, ora l’abbiamo persa e se un giorno tornerai, saremo qui pronti a riabbracciarti, con una tavola da surf o con un paracadute in mano.
Grazie di tutto!
Good luck Matera and see you soon
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