Tornare nella “città dei due mari” e ritrovarsi a duellare con gli jonici nel palcoscenico della terza serie nazionale è stato un pò il sogno caldeggiato dai tifosi negli ultimi due anni. Troppe le questioni lasciate in sospeso, troppa la voglia di ritrovarsi sul prato verde, smisurato il desiderio di guardare in faccia i rivali più ostili incontrati nelle ultime stagioni.
In realtà le squadre si sono presentate all’appuntamento in diversa veste: i biancazzurri con una rosa quasi completa, ritiro precampionato, due mesi buoni di allenamento nelle gambe e due partite vere già disputate (Caronnese e Latina in Coppa Italia); i rossoblu invece con il cantiere ancora aperto causa ripescaggio avvenuto da soli 20 giorni, con una rosa quindi limitata a pochi seniores di esperienza e con una preparazione atletica limitata.
La differenza in campo è stata devastante: 70% di possesso palla, 14 calci d’angolo contro uno degli avversari, baricentro quasi alla metà campo, ma alla fine la povertà finalizzativa ha sancito un amaro pareggio.
Schierata con il canonico 3-4-3, la squadra ci è piaciuta perchè ha coperto egregiamente quasi tutte le zone del campo, con un buon lavoro sulle fasce (specialmente la sinistra), dialogo continuo a ridosso dell’area avversaria ed una sensazione positiva di concentrazione generale fino alla fine della partita. Restano da oliare, comunque, diversi meccanismi.
Procedendo con ordine, resta irrisolta (in attesa di vedere Papini) la questione centrocampo: De Rose sembra confermare i dubbi dell’anno passato quando viene schierato “a due”, imprigionato nel ruolo sufficiente di gregario ed incapace di proporsi palla al piede o nei lanci a cercare le fasce. D’accordo lo schema limitante per le sue caratteristiche, ma il ragazzo dovrebbe mostrare più duttilità di ruolo. Armellino, invece, sembra ancora debilitato dalla “febbre della sufficienza” che torna a colpirlo con cadenza ciclica: gli ottimi mezzi tecnici rimangono lettera morta se i movimenti in copertura sono costantemente tardivi (vd. fallo che ha causato la punizione del momentaneo vantaggio pugliese ed i mancati ripieghi nei contropiedi tarantini), inutili quando cerca la fascia (destra) già sovraffollata.
Ad oggi crediamo che il peso tecnico più importante sia interamente sulle spalle di Capitan Iannini, basti vedere com’è cambiata la partita al suo ingresso: la squadra oltre a giovare dal punto di vista mentale, ritrova collegamento tra i reparti, incursioni decisive in area (vd. traversa a gioco fermo) e rifornimenti verticali mancati per tutta la partita.
In ultimo ci soffermiamo sull’attesissimo Strambelli: il giocatore, dalle immense doti tecniche, è sembrato fuori dagli schemi per tutta la partita, pur avendo ricoperto praticamente tutti i ruoli (esterno destro e sinistro, regista centrale, a tratti seconda punta). Per interpretare al meglio il modulo di Auteri, deve necessariamente sopperire alle fasi di sedentarietà tattica che ha dimostrato sinora, serve maggior intensità, tradotto, maggiore corsa e sacrificio.
BOTTOM LINE: in attesa delle prossime uscite, il lavoro del mister è parso già evidente. Strepitoso lo sviluppo e l’esaltazione di Casoli, nettamente il migliore in campo. La squadra entra in campo con l’arroganza e la consapevolezza di essere fortissima. Crediamo che dalla scelta definitiva dei centrali di centrocampo passino molte delle fortune di quest’annata.
Good luck Matera and see you soon.
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