Udito il sibilo acutissimo del fischietto Fox-40, Don Tano, indossato un elegantissimo frac e con una bacchetta argentea nella mano destra, ha dato inizio all’esecuzione dello spartito di una meravigliosa rapsodia bohéme, allegorica, romantica e stupefacente, accompagnata dai coloratissimi quattrocento supporters stipati nel loggione del “Veneziani” di Monopoli. Le note dello spartito, esaltate da una coralità dei musicisti che ha sfiorato la perfezione, hanno trovato un’estasiante interpretazione vocale in Figaro Iannini e Galileo Armellino, impegnati ad eseguire gli acuti più alti, e con Mirko Carretta ad aprire e chiudere la rapsodia con la sua, finalmente ritrovata, esecuzione a cappella.
I tredici minuti di applausi finali sono stati il giusto tributo alla prestazione, roba da far invidia alla Madame Butterfly della Scala di Milano.
Suonare lo spartito, in casa od in trasferta, ormai, non fa più differenza: dopo il black out delle tre gare senza reti che avevano gettato paurose ombre sulla bontà di scelte tattiche ed interpreti, la squadra si è ritrovata attorno ad un numero: 10, come le reti realizzate nelle ultime tre partite condite da altrettante vittorie, che hanno riportato ossigeno in alta quota.
La soluzione tattica, ovviamente, è stata trovata dal genio di Don Tano: orfano del centravanti Infantino, con i brasiliani acciaccati dagli infortuni, l’idea di provare Carretta come prima punta, con Negro bicefalo in versione seconda punta/esterno alto e Strambelli puro “diez”, è stata determinante nel dare velocità ed imprevedibilità alla manovra d’attacco. Se, in precedenza, la squadra pareva incartarsi a ridosso dell’area avversaria, ora le soluzioni per aprire le partite sono molteplici: sfondamento sulla corsia sinistra con Negro (e Casoli, sabato con Meola), taglio della velocissima prima punta Carretta per aprire la difesa e smarcare gli incursori centrali, giro palla interrotto dagli assist taglienti e dalle verticalizzazioni improvvise di Strambelli, lanci computerizzati del Capitano per allargare la manovra, botta (e che botta) da fuori per il sempre libero Armellino, con uno schema di deriva rugbistica (dopo la mischia arriva il drop del mediano d’apertura).
Una novità assoluta, invece, è stata rappresentata dalla pericolosità su calcio d’angolo: oltre alla rete che ha sbloccato la partita, la squadra si è dimostrata più attenta a sfruttare le palle dalla bandierina anche grazie al nuovo tiratore ufficiale, Maikol Negro, che, a differenza di Strambelli, opta per una traiettoria ad uscire sul secondo palo, scelta diametralmente opposta a quella del barese che calciava verso il primo palo con una parabola interna più corta e lenta, mai proficua sinora.
Una nota di merito è arrivata dalla panchina, confermando segnali positivissimi sulla capacità del mister di rigenerare le risorse quando le partite diventano tante ed i titolari saltano per infortunio: Tony Meola, spostato definitivamente a sinistra dopo l’assist contro la Casertana, ha chiuso il match con una bellissima rete frutto di corsa, tecnica e di una ritrovata lucidità tattica che lo candidano a valida alternativa sulle corsie esterne (se recupera il gap fisico che lo limita nei contrasti e sulla tenuta atletica nei 90 minuti, il giocatore garantirà una sicura affidabilità).
Meno due al giro di boa, ma soprattutto ultime quattro partite nel tour de force di dicembre prima della lunghissima pausa di gennaio che potrà restituire una squadra pienamente recuperata sul piano fisico. Chiudere l’anno con almeno 10 punti, significherebbe ritrovarsi a scrutare un’orizzonte meno rarefatto e bellissimo.
“Is this the real life? Is this just fantasy? (Galileo) Galileo (Galileo) Galileo Galileo Figaro Magnifico……
Good luck Matera and see you soon…
Lascia un commento