1969. La radio gracchia “Space Oddity”, la triste missione del Maggiore Tom, un astronauta che parte per lo spazio. “Ground control Major Tano” è maledettamente anche il richiamo a terra della navicella biancazzurra, ferma in avaria al San Filippo di Messina. Guardare le stelle da una diversa prospettiva (il secondo posto in solitaria) poteva essere bellissimo, ma come per il maggiore Tom, anche per Major Tano il viaggio spaziale si trasforma in un atterraggio malinconico.
Certo, ritrovarsi a giocare per la prima volta con i risultati sorprendenti e già noti di due delle tre rivali, poteva e doveva rappresentare un vantaggio psicologico importante, ma altri fattori hanno determinato uno sterile “empate”.
La scelta tattica di Cristiano Lucarelli di non giocare la partita piazzando tutta la squadra nella propria metà campo, ha premiato solo la classifica giallorossa, determinando un non spettacolo in campo da rimborso del biglietto pagato.
Difficile per i biancazzurri superare la linea Maginot messinese, anche in virtù della situazione non ottimale di alcuni uomini (Negro in primis). Per tutta la partita è stato impossibile svolgere un lavoro proficuo sulle fasce, dato che era impossibile proprio lanciare in velocità le ali, per mancanza di spazi o distanze ridottissime. Se Strambelli tendeva ad accentrarsi per trovare zone di campo libere per la battuta da fuori o per liberare la corsia a Di Lorenzo, Sartore, invece, impiegato come prima punta, cercava di sfondare a destra, a volte anche riuscendoci, ma senza trovare alcun riferimento nè tra i centrocampisti, nè sul versante opposto dell’attacco, con un acciaccato Maikol Negro schierato solo per timbrare il badge aziendale. Col senno di poi, forse, la scelta iniziale del tridente avanzato poteva essere diversa: l’immobilismo di Negro poteva essere sfruttato al centro, con le ali brasiliane a sfiancare sugli esterni il Messina, liberando, in caso di raddoppi, zone di campo dove i nostri centrali di centrocampo sono bravissimi ad inserirsi e sfruttare.
Non è stato un caso contare, a fine partita, una decina di tiri da fuori area con il protagonista assoluto Marco Armellino, unico giocatore a dare un senso diverso alla prestazione offerta in campo.
Il manuale dell’auterismo rivela, in maniera evidente, che se perdiamo la nostra forza sulle corsie laterali, la squadra si disorienta, ancor peggio se in assenza di spazi che sono i migliori alleati per l’esaltazione del gioco di Don Tano.
Queste partite, spesso, vengono decise con azioni da fermo come i calci d’angolo che, però, restano il buco nero della gestione auteriana: dall’inizio della stagione, non solo, non abbiamo realizzato alcuna rete su corner, non solo abbiamo prodotto pochissime occasioni su colpo di testa ma, al contempo, trasformiamo la gestione del calcio dalla bandierina in pericolosissimi contropiedi avversari. A Messina è successo per l’ennesima volta, pertanto, occorre portare un’urgente correzione tattica per sanare questo handicap.
In bocca al lupo Major Tano.
“This is ground control to Major Tom you’ve really made the grade, and the papers want to know whose shirts you wear. Now it’s time to leave the capsule, if you dare” / “Base terra a Maggiore Tom, ce l’hai fatta davvero. I giornali vorranno sapere di chi sono gli abiti che indossi. Adesso è ora che tu lasci la capsula se ne hai il coraggio”
Good luck Matera and see you soon…
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