La ricerca della felicità passa, spesso, attraverso finestre d’opportunità fugaci ed invisibili che scappano via veloci. La ricerca della felicità passa attraverso la vendita di uno scanner già obsoleto, attraverso un cubo di Rubik da risolvere in due minuti per convincere un impresario a concederti un colloquio. La ricerca della felicità passa attraverso il coraggio e l’intuito che a volte non bastano. La ricerca della felicità passa necessariamente e si completa, solo attraverso la resilienza ossia la capacità di reagire ad eventi traumatici. Se Chris Gardner diventò un broker di successo dopo nottate passate a dormire in un bagno pubblico con il proprio figlioletto, Don Tano da Floridia riporta al successo i suoi ragazzi dopo l’umiliante caduta a Siracusa. Il passaggio attraverso il baratro diventa, a volte, più salutare e formativo di una vita piatta senza emozioni.
Non è stato assolutamente facile domenica. La squadra nel primo tempo ha attraversato paure e disorientamento, ha sbagliato davanti (incredibile l’errore face to face di Strambelli), ha sbagliato al centro e dietro (in almeno due occasioni lo scarso filtro del centrocampo e la difesa in difficoltà nell’azzeccare i tempi dei contrasti alti hanno prodotto due nitide occasioni per il Catanzaro, neutralizzate solo da una coriacea traversa e della mira errata giallorossa).
Davanti abbiamo assistito di nuovo a continui turn over fra le punte che hanno prodotto la solita confusione e la perdita di sincronizzazione nei movimenti (perchè insistere ancora con, anche se per pochi minuti, Strambelli prima punta?).
Per fortuna il goal di Negro ha spezzato il pericoloso equilibrio del momento e di lì la partita ha cambiato volto. Devastante la prestazione di Capitan Iannini, tornato giocatore totale con Auteri. Il carico di responsabilità consegnatogli dal mister è stato saggiamente trasformato in energia cinetica positiva (assist e rete), con la squadra consapevolmente disegnata attorno al suo capitano che ha disintegrato nella seconda frazione la flebile resistenza avversaria.
I ritmi sono diventati altissimi, la velocità dei fraseggi e la forza atletica di Casoli, Louzada e Sartore hanno riportato l’auterismo sulla frequenza conosciuta, quella del gioco continuo senza melina, con assalti organizzati, senza badare troppo al punteggio, dominio assoluto per marcare a fuoco la prestazione.
Occorrerebbe, però, una miglior continuità nella gestione tattica della partita: facendo un azzardato paragone, assistere alla gara è diventato un pò come andare ai concerti live di qualsivoglia cantante. La scaletta, all’inizio, prevede i pezzi meno famosi, poi si rianima la situazione con un pezzo noto, poi di nuovo si riabbassa il ritmo con qualche pezzo più intimista ed infine si accende il pubblico con il repertorio migliore. Il genio tattico/artistico di Don Tano non finirà mai di stupirci.
BOTTOM LINE: irrisolto il dubbio amletico del modulo (to be or not to be 3-4-3?), siamo ancora in attesa di capire il giusto collocamento (che corre parallelo con valore) di Nicola Strambelli. Restiamo dell’idea che solo il posizionamento centrale possa esaltare la sua classe. Collocato a destra, il fantasista sembra spaesato ed il tridente largo azzoppa ancor di più il suo contributo davanti. La vivacità atletica di Sartore resta, al momento, la migliore soluzione alla fascia destra, se la strada è quella di proseguire con il 3-4-3 puntando a gare spregiudicate. Al Granillo, domenica, occorrerà rilanciare ancora la classifica senza perdere il passo.
Good luck Matera and see you soon…
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