Ritrovarsi a scrivere, per la quinta settimana consecutiva, per analizzare, dal punto di vista tattico, le ragioni di un capolinea che pare non avere via d’uscita, non può che portare ad odiarsi, non perchè non si voglia parlare di tattica, ma è la mancanza del presupposto, la tattica appunto, a dover spostare la nostra attenzione su altro, ossia la chiave psicologica che sta limando certezze, alimentando dubbi, scoraggiando gli audaci.
“Cosa diavolo sta succedendo” è la domanda di molti. “Non lo sappiamo” è la risposta di pochi. Possibile? Ahinoi si’. Ad oggi nessuno realmente conosce le motivazioni di questa incredibile inversione di rotta che, forse, non ha precedenti nella storia del calcio moderno. Quando hai i riflettori puntati addosso, necessariamente le spiegazioni vanno date e, probabilmente, sono celate o abilmente filtrate, nelle parole di Don Tano a fine gara.
Errori esageratamente esagerati. Regali che non sono un peccato, ma un autentico delitto. Spessore morale che manca all’interno della squadra. Per noi non sono campanelli d’allarme, ma l’ammissione sincera, che la sintonia fra squadra ed allenatore è fortemente compromessa. E la questione, va ormai accettata come un dato di fatto. Difficile, o forse, impossibile capirne le motivazioni, tanto che questo è l’unico aspetto su cui area tecnica e giocatori sono compatti. Arrivano risposte univoche, ma nessuno si fida.
Proprio la stranezza ed unicità della situazione hanno prodotto una situazione surreale, con la tifoseria adunata alla caccia del mostro tanto che la tesi più acclamata, sia proprio quella dei “compagni di merende” che hanno tramato ed ordito il non gioco delle ultime cinque uscite.
A noi poco importa se esistano, per davvero, i Vanni, Lotti e Pacciani all’interno dello spogliatoio, ma su un punto siamo intransigenti: è impossibile che non si conoscano le ragioni di questa deriva.
Se dovessimo rifocalizzarci sulla partita, il quadro tattico è sempre lo stesso: si corre solo in alcune zone del campo, le disattenzioni aumentano proporzionalmente al passare dei minuti e diventano sempre più grossolane, ai limiti dell’imbarazzo. Per alcuni uomini sarebbe addirittura necessario l’esame del DNA, per capire dalle tracce genetiche se siano cloni o fratelli gemelli mai dichiarati nello stato di famiglia. La partita a Catanzaro, solo qualche mese fa, sarebbe stato un buon allenamento e la consueta esaltazione dell’auterismo. Invece è diventata un ennesimo mistero irrisolto tanto che, lo stesso Mister, ha ammesso che per la prima volta, nella sua lunga esperienza di allenatore, si sia palesato l’impronosticabile (5 sconfitte da ex capolista, 15 reti subite che fanno una media di 3 a partita, passo da squadra di Eccellenza prestata al gioco dei grandi, terzo posto addirittura mantenuto).
Che aggiungere più, se non l’appello al richiamo della ragione ed al senso del dovere. Sarebbe autolesionistico per tutti gettare alle ortiche la grande bellezza sfoggiata sinora con orgoglio, ma solo ritrovando la saggezza morale si potrà pensare al paradiso, che è sempre lì, più lontano, ma ancora vivido (e biancazzurro).
Vi lasciamo, come di consueto ultimamente, con meravigliose immagini dedicati ai valori dello sport e della vita, la storia del TEAm HOYT, un padre con un figlio a cui la vita ha negato la brezza del vento su una bicicletta, l’abbraccio delle onde del mare e la libertà della corsa. Ed il padre a restituirgliele.
Good luck Matera and see you soon
Ottimo articolo. Bravo a chi lo ha scritto.
Con stima.
Vincenzo AMOROSO