L’urlo del Caimano: Akragas – Matera

akragas_matera_urlo_caimano_tifomateraE’ il giocattolo più venduto della storia, ha 43 miliardi di combinazioni, 6 facce colorate, ha fatto impazzire intere generazioni e, nella sua complessità, ha soluzioni abbastanza semplici. Nacque dall’idea di un matematico ungherese e divenne il rompicapo per eccellenza. Di cosa si tratta? Del Cubo Magico, meglio conosciuto come Cubo di Rubik, suo inventore. Il rompicapo si risolve allineando le sei facce ed ognuna con lo stesso colore. Il bello è che le sei facce, apparentemente uguali, hanno tutte sezioni diverse e proprio tale diversità rende il cubo risolvibile e perfettamente allineato.

E visto che la fantasia corre veloce, ci stiamo immaginando Don Tano aggrovigliato, in questo periodo, proprio con questo maledetto rompicapo, stretto tra le sue mani nervose con i cubi colorati che girano e rigirano, ma non si allineano mai. Il Cubo di Rubik di Don Tano è la sua squadra ed i giocatori i suoi quadratini colorati, persi ormai negli angoli e grandangoli di quel perfido rompicapo, restii a distaccarsi dalla benevola letargia celata solo dalla perfezione delle forme. La partita ad Agrigento è stato l’ennesimo pomeriggio perso sul cubo senza che si sia allineato nemmeno uno strato, pur consapevole, Don Tano, che la strategia degli strati (prima il primo, poi il secondo e così via) porta al completamento del gioco.

20170319_Akragas_Matera_Tifomatera_00002Il meccanismo interno a cui sono agganciate le sezioni, utile per la loro rotazione, è arrugginito, forse addirittura rotto. Il cubo si è inceppato e Don Tano sta cercando la soluzione passando per tutti i colori, verde, rosso, arancio, giallo, bianco e/o blu che siano. Senza trovarla, purtroppo. I quadratini scesi in campo domenica, pur avendo lo stesso colore, si scomponevano sin da subito producendo, nei primi quarantacinque minuti, il nulla in senso assoluto, proattivandosi solo nel regalo che ha sancito il risultato finale. La squadra, sul piano mentale, ha mostrato le negatività elencate di negli ultimi due mesi. Assenza di obiettivi reali, fame finita, sopravvalutazione diffusa, egocentrismo squallido, dilettantismo di valori, arroganza e mancanza del senso di vergogna. Questo è il quadro, inutile abbarbicarsi sui tatticismi quando tali disfatte nascono fuori dal terreno di gioco. E ci rammarica moltissimo leggere, nella durezza dello sguardo di Don Tano, il senso di una evidente impotenza nel gestire questa singolare situazione. Squadra prima e spumeggiante fino a Dicembre, squadra con le braghe calate e da retrocessione dopo ( e siamo già a tre mesi). E la cura non si può trovare nè in una palestra, nè in allenamento, nè in un ritiro (la squadra si è recata ad Agrigento con un giorno di anticipo!!!!). La cura può essere trovata solo nello studio di uno psichiatra di fama mondiale.

20170319_Akragas_Matera_Tifomatera_00003Cosa avevano domenica i nostri quadratini? Come si giustificava la totale mollezza generalizzata in ogni zona del campo? Quale fattore determinava la bruttezza della prestazione di uomini che nemmeno in una noiosa partita di fine stagione riuscirebbero a far peggio? Come si giustifica la totale mancanza di voglia agonistica in atleti che giocano a calcio per mestiere? Queste domande ce le poniamo dalla fine di gennaio, ma risposte non ne sono arrivate, semmai al contrario sembra partita una sfida a fare sempre peggio, perchè la sensazione è che il fondo del barile non sia ancora stato raschiato.

E come di consueto ultimamente, quando la settimana calcistica è stata tutto fuorchè sport vero, chiudiamo il pezzo con il richiamo a vicende e uomini che attraverso lo sport, sono portatori di coraggio e valori. Un uomo, che dopo un ritiro dovuto a difficili vicende personali, torna per vincere di nuovo tutto e riconfermarsi il più grande di tutti, Michael “Air” Jordan.

“Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di novemila tiri. Ho perso quasi trecento partite. Trentasei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Nella vita ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto”.

Good luck Matera and see you soon…

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